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Superbollo verso l’abolizione

Il superbollo auto potrebbe avere le ore contate: il Governo intende cancellare la tassa sulle auto di grossa cilindrata. Introdotto dal Governo Berlusconi per i veicoli con potenze superiore ai 225 kW, nel 2012 il Governo Monti portò la soglia agli attuali 185 kW.

La maggiorazione di 20 euro per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a 185 kW avrebbe dovuto generare entrate per oltre 160 milioni di euro. Tuttavia nello stesso anno 2012 ha determinato solo perdite in termini di minor gettito sia ai fini dell’Iva (93 milioni di euro) sia ai fini dell’imposta di bollo sull’auto (13 milioni di euro). Il provvedimento stesso ha portato a una riduzione delle nuove immatricolazioni di vetture con potenza eccedente i 185 kW. Nel 2012 le immatricolazioni per le cosiddette supercar sono diminuite del 35% a fronte di una riduzione complessiva del mercato auto del 19,8%.

A queste si aggiungono ulteriori perdite, pari a oltre 30 milioni di euro, a carico delle Regioni e delle Province. Senza contare il danno, difficilmente quantificabile, a tutto il comparto automobilistico nazionale, dalle case automobilistiche agli artigiani per gli interni alle imprese che producono la componentistica, compresi i dipendenti.

Si è poi sviluppato uno strano aumento di autovetture con targa tedesca o ceca sulle strade italiane. Si tratta di auto date in noleggio da soggetti commerciali e utilizzate da clienti italiani. Tutto ciò ha causato una diminuzione delle entrate per l’Erario: dal mancato pagamento di Iva, bollo, multe al problema di effettuare gli adeguati controlli su strada.

L’Automobile club d’Italia (Aci), da anni molto critico nei confronti dell’imposta, ha espresso subito il suo sostegno all’iniziativa. Queste le parole del presidente Sticchi Damiani: “Un grande grazie va al Governo da parte degli automobilisti italiani, per aver compreso come questa supertassa rappresenti un’anomalia il cui unico effetto è quello di distorcere e deprimere il mercato automobilistico nazionale, che – ricordo – annovera, tra l’altro, i più prestigiosi costruttori automobilistici mondiali. La sua abolizione riconsegnerà piena libertà nella produzione e nell’acquisto dell’auto, senza artificiali limitazioni”.

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